Di seguito riportiamo la biografia integrale di Alfredo Agosta, tratta dalla sua pagina ufficiale di Wikipedia:
Figlio di Giovanni (1896 – 1975) ex Comandante Navale del Bastimento chiamato “Iniziativa” e Console del Porto di Pozzallo, e di Maria Sigona (1901 – 1996) appartenente alla dinastia dei Marchesi di Pozzallo. Alfredo nacque a Pozzallo (RG), fin da piccolino si distingueva per il suo comportamento vivace, ma altruista, infatti si prodigava nell’aiutare gli anziani ed i bisognosi, ricordiamo che ha vissuto la sua infanzia nel bel mezzo della seconda guerra mondiale. Egli amava lo sport ed in particolare il calcio, la sua squadra del cuore era la Juventus, ma era anche un abile nuotatore, senza paura si buttava dal pontile situato nell’allora porto di Pozzallo, da un’altezza di circa 6 metri, a soli 7 anni. Curioso era il fatto che la gente si recasse dal padre Giovanni, allora Console del Porto di Pozzallo per riportargli l’accaduto, ed egli con fare del tutto indifferente diceva che era al corrente, e che era stato informato dal figlio che andava a fare i tuffi dal pontile, ma non era al fatto vero, ed al rientro a casa veniva puntualmente rimproverato. Alfredo era un ragazzino goloso, amava la cucina tipica siciliana soprattutto quella della sua mamà (mamma), termine diminuitivo ed affettivo spesso utilizzato dal figlio, in particolare gli piacevano i tortelloni alla ricotta, la pescatrice fatta a polpettine, le cassatelle di ricotta preparate durante la ricorrenza pasquale e i biscotti mustazzola preparati con vino e mandorle. A tal proposito, si ricorda il talento spiritoso quasi ad immaginare i comici di oggi, infatti Alfredo chiedeva alla sua mamà di preparargli i biscotti mustazzola, poiché la loro preparazione era abbastanza laboriosa, lo rimandava ogni volta alle feste natalizie, con la seguente frase “Alfredo quando viene Natale lì preparo”. Un pomeriggio di ottobre del 1941, dopo aver giocato presso la villa comunale di fronte la propria abitazione in Corso Vittorio Veneto n. 24, tornò a casa con un compagno di scuola, chiamò con contentezza e soddisfazione immediatamente la sua mamma e gli disse: mamà hai visto è arrivato Natale te l’ho portato, ora mi fai i mustazzola? Ecco raccontata una delle risorse comiche, quasi grottesche e piene di umorismo di Alfredo. Fratello di Felice, espatriato in America, Raffaele, ex Maresciallo della Guardia di Finanza, ed Anna, maestra delle scuole elementari di Pozzallo.
Ha frequentato le scuole elementari di Pozzallo e le scuole medie presso il Collegio dei Frati Cappuccini di Ispica, in quella circostanza crebbe in lui il desiderio di prendere i voti per dedicarsi alla vita ecclesiastica e a Dio.

Arruolatosi il 25 settembre 1951 a soli 17 anni, ha frequentato la scuola allievi carabinieri Torino fino al 31 maggio 1952. Finito il corso in data 01 giugno 1952 è stato trasferito presso la Legione Carabinieri di Catanzaro, è successivamente destinato presso la Stazione Carabinieri di Melito Porto Salvo (RC), dove ha incontrato la sua futura moglie Galerana Catona, svolgendo servizio presso la locale Stazione calabrese fino al 13 ottobre 1956.

Risultato vincitore del concorso per Sottufficiali dell’Arma dei Carabinieri, in data 14 ottobre 1956, veniva destinato presso Scuola sottufficiali di Firenze. In data 7 settembre 1957 ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana, e contemporaneamente indossò il grado di Vice Brigadiere. Finito il corso Sottufficiali in data 25 settembre 1957, l’indomani venne assegnato alla Legione Carabinieri di Padova, e successivamente destinato in qualità di Comandante presso la Stazione Sant’Elena in Venezia, ove rimase in carica fino all’8 dicembre 1968. Durante la permanenza a Venezia, il militare, ha indossato in data 22 gennaio 1962 il grado di Brigadiere. Si sposò con il suo primo ed unico amore Galerana Catona in data 26 ottobre 1963 ad Ivrea (TO). Infine in data 6 febbraio 1967 è stato decorato della medaglia per aver partecipato alle operazioni di soccorso alla popolazione gravemente danneggiata dalla mareggiata dell’autunno del
1966 nel comune di Venezia, e in data 30 marzo 1968 è stato decorato della Croce d’Argento per anzianità di servizio militare istituita dal R.D. del 8/11/1900 n. 358 con determinazione del Comando Generale dell’Arma. In data 9 dicembre 1968 è stato trasferito a domanda dell’interessato, per avvicinarsi in Sicilia dalla sua amata madre Maria Sigona, presso il Comando Carabinieri per l’Aeronautica in qualità di Comandante della Stazione Carabinieri della Base USA di Sigonella (Sicilia -Catania), durante la permanenza a Sigonella, in data 27 marzo 1969 venne promosso Maresciallo d’Alloggio Ordinario e successivamente in data 01 gennaio 1972 venne promosso Maresciallo d’Alloggio Capo. Comandò la Stazione Carabinieri di Sigonella fino al 29 aprile 1975. In data 30 aprile 1975 è stato trasferito a domanda dell’interessato, presso la Legione Carabinieri Messina è destinato presso il Comando Gruppo Carabinieri di Catania, in qualità di vice comandante del Nucleo operativo/informativo in carico ricoperto 30 giugno 1978. Durante questa breve permanenza, il Maresciallo Agosta ha mostrato alte doti investigative, infatti l’allora Sig. Pretore di Catania Dr. Michele Papa ha fatto pervenire un elogio al comandante del Gruppo Carabinieri di Catania per indagini effettuate su edificazioni prettamente abusive. In data 1 luglio 1978, risultò vincitore dell’interpellanza del Ministero di Giustizia – Tribunale di Catania, per la copertura di un posto da Maresciallo, venne assegnato all’allora Sezione di Polizia Giudiziaria – Nucleo Carabinieri, ricoprendo anche l’incarico di Vice Responsabile. Durante questo ultimo periodo di servizio in data 01 luglio 1978 è stato promosso Maresciallo d’Alloggio Maggiore. In data 15 febbraio 1979 è stato decorato della Croce d’Oro per anzianità di servizio militare istituita con D.P. 9/8/1966 n. 922 con determinazione del Comando Generale dell’Arma. La brillante carriera militare lo porta ad indossare a soli 47 anni, in data 08 maggio 1981 il più alto grado dei Sottufficiali quello di Maresciallo Maggiore “Aiutante”.

Il militare, noto a Catania per essere un investigatore preparato e scrupoloso, viene freddato con colpi d’arma da fuoco sparati a brucia pelo, nel centro di Catania mentre sta prendendo un caffè all’interno di un bar, sito in via Firenze angolo via Vittorio Veneto, in compagnia di un confidente, la sera del 18 marzo 1982.

Da indagini della Polizia giudiziaria si desume «Giorno 18 marzo del 1982, verso le ore 19.10 circa, in Catania, al Viale Vittorio Veneto, nei locali del bar di tale Foti Mario, veniva consumato un agguato mafioso, cui ne accadeva duplice omicidio. Nell’occorso rimanevano vittime della azione di fuoco Rosario Francesco Romeo (pregiudicato) ed Alfredo Agosta (Maresciallo Maggiore “Aiutante”). Dopo qualche minuto, si portavano sul posto i vertici istituzionali dell’Arma nonché funzionari della locale Squadra Mobile. Agli occhi degli Organi investigativi di Polizia si palesava il seguente scenario: i corpi dei due individui giacevano a terra, quello del pregiudicato era riverso supino attinto da diversi colpi di arma da fuoco, sia davanti che a tergo del corpo, mentre quello del sottufficiale era riverso bocconi, e presentava un solo forame di ingresso, localizzato al suo fianco destro. Da una prima sommaria ricostruzione dei fatti, in base alla localizzazione delle ferite mortali riportate dai due cadaveri e dalla posizione finale di quiete assunta, si era potuto dedurre che il pregiudicato Rosario Francesco Romeo si trovava nel predetto esercizio pubblico, in quanto il Maresciallo Alfredo Agosta, noto e meritorio Ispettore dei Carabinieri, in servizio presso il Nucleo di Polizia Giudiziaria del Tribunale di Catania, stava espletando delicate indagini di Polizia Giudiziaria, e nel far ciò si avvaleva di informatori/confidenti. Si desunse che un killer, appena entrato nel locale, aprì il fuoco dapprima contro il Romeo, poi, proseguì, esplodendo un colpo di fucile (risultato mortale) all’indirizzo del sottufficiale, che, benché consapevolmente disarmato, appena assistette all’azione testé riferita, non esitò nemmeno per un secondo ad intervenire, cercando di contrastare l’azione criminale. Nel chiaro tentativo di opporsi ai malviventi e quindi contrastare e bloccare il killer, che aveva aperto il fuoco, non riusciva nel suo lecito intento perché il colpo di fucile, che lo attingeva mortalmente».

Nell’incedere della narrazione dei fatti vièppiù da aggiungere che anche gli organi di stampa dell’epoca hanno messo in chiaro risalto l’azione sprezzante del pericolo, nonostante la manifesta differenza di possibilità offensive, poste in essere da Alfredo Agosta a fronte di una azione di fuoco impari. La verità è stata sempre immediata e mai taciuta: il Maresciallo Alfredo Agosta ha solamente fatto il suo dovere, fino all’estremo sacrificio della propria vita, per l’incolumità altrui.

La lettura della diagnosi clinica, effettuata dalla Commissione medica ospedaliera, espressa con verbale nr. 27/59 del 15.06.1982, non ha fatto altro che ribadire, senza alcuna sorta di dubbio o incertezza, come il militare “nell’intento di reagire a tale aggressione, veniva raggiunto da un colpo di fucile (a canne mozze, caricato a pallettoni) e decedeva poco dopo per la perforazione del cuore, fegato e rene sinistro, con emorragia acuta, insufficienza respiratoria”. Si ricorda che in quel periodo le investigazioni lì effettuavano direttamente le Forze dell’Ordine attraverso i confidenti, poiché non esistevano strumenti altamente qualificati come cimici o apparecchiatura in grado di investigare sulla Mafia, dando a conclusioni indagini notizia di reato all’allora Giudice Istruttore (il codice penale fino 1988 prevedeva che le indagini venissero o potevano essere condotte da personale delle Forze dell’Ordine, senza alcuna delega di indagine).

Lasciava moglie e 3 figli, Giovanni, Antonio e Giuseppe di soli 7 anni, all’epoca dei fatti minorenni. In quel periodo a Catania tra le varie cosche mafiose (Santapaola, Pillera, Cappello, Ferlito) uccisero centinaia di persone per le strade, per il semplice fatto che cercavano in qualsiasi modo di contendersi il traffico di stupefacenti, armi ed estorsioni. Con l’uccisione del Maresciallo Alfredo Agosta, che avvenne 6 mesi antecedenti l’uccisione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, si elimina l’unico uomo delle Forze dell’Ordine negli anni ottanta nella Sicilia orientale, che naturalmente si è occupato di tale fenomeno. Il triste rituale mafioso colpisce, con Agosta, un’appartenente alle Forze dell’Ordine da anni attivo nelle indagini sulla criminalità organizzata.

Il suo omicidio è la testimonianza più vera dell’impegno che da sempre anima i Carabinieri nella lotta alla malavita. Lo stesso è stato riconosciuto con decreti del Ministero dell’Interno “Vittime del Dovere” e “Vittima della Criminalità Organizzata”. In ricordo di questo eroe, nel 1983 è stata consegnata la “Medaglia d’oro Ordine Pubblico” nell’ambito del Premio Sicurezza e Libertà (alla memoria), 1995 è stata intitolato l’Ispettorato Regionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri Sicilia, nel 2002 a Catania è stata intitolata una strada, nel 2005 è stata intitolata un’Associazione anti-racket nella zona tra Paternò e Belpasso, nel 2006 nasce l’Associazione Nazionale Carabinieri Alfredo Agosta nel paese d’origine dell’eroe, Pozzallo in Provincia di Ragusa, nel 2010 durante il raduno dell’Associazione Nazionale Carabinieri, tenutosi a Viagrande (CT) è stata consegnata alla vedova Galerana Catona una targa ricordo alla memoria del marito, eroe sulla lotta alla mafia, nel 2011 il comune di Aci Catena gli intitola una nuova strada, il 21 febbraio 2012 viene intitolata una nuova Associazione Antiracket tra il territorio di Motta Sant’Anastasia e Adrano in Provincia di Catania. Il 19 marzo 2012, a 30 anni dell’omicidio del Maresciallo Maggiore “A” dell’Arma dei Carabinieri Alfredo Agosta, l’Istituto comprensivo statale “Roberto Rimini” di Acitrezza-Acicastello della Provincia di Catania, intitola la Palestra della Scuola al grande eroe, presenti alla cerimonia commemorativa numerose autorità tra cui il Procuratore Capo della Procura della Repubblica, Il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, il Vice Prefetto, Deputati e tantissime autorità civili, militari e religiose. Il 05 giugno 2013 a Messina in occasione del 199º anno della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, il Comandante Generale di Corpo d’Armata dell’Arma dei Carabinieri Dott. Ugo Zottin, consegna alla vedova Signora Catona Galerana la Medaglia d’Oro al Merito Civile (alla memoria), questo prestigioso riconoscimento è stato disposto dal Presidente della Repubblica con decreto del Ministero dell’Interno datato 18 aprile 2013, presenti alla cerimonia commemorativa numerose autorità civili, militari e religiose.

Il 02 luglio 2013, il Comitato Addiopizzo di Catania ha inaugurato dei murales raffigurante anche il Maresciallo Alfredo Agosta, tale manifestazione è stata realizzata nell’ambito del progetto “un muro contro la mafia”, ricadente su un luogo simbolo nella lotta alla legalità, sul muro perimetrale della casa circondariale di Piazza Lanza di Catania, alla manifestazione erano presenti numerose autorità civili, militari e religiose, nonché i familiari delle Vittime di Mafia.